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Auguri pasquali

Cari Ragazzi, Cari Genitori, Cari Docenti e Ata, è molto difficile ovviamente scrivervi parole che abbiano e vogliano avere un senso compiuto senza sforare nella retorica o nel ridicolo in una situazione come questa. Tuttavia corro il rischio perché la spinta a comunicarvi i miei sentimenti è più forte del ritegno che provo. Ci troviamo nostro malgrado tutti coinvolti in una situazione che mai avremmo immaginato di vivere neppure poche settimane fa. Eppure questi sono i paradossi della storia umana. Un piccolo organismo invisibile può sconvolgere un intero pianeta più di una guerra mondiale. Chiudere una scuola è, anche anzi prima di tutto simbolicamente, l'atto più forte, più letale, più distruttivo dell'idea stessa della comunità che ci possa essere. La scuola è veramente la casa di tutti dove si costruisce il futuro. Prima di essere un'istituzione la scuola è una grande famiglia nella quale tutti, ciascuno con la propria tormentata individualità, con i suoi sogni, le sue speranze, i suoi progetti, anche i più campati in aria (e come si rimpiange quell'aria per tutta la vita poi!), trova accoglienza. Chiudere quei cancelli è perciò un atto che strazia il cuore di chi a questa istituzione ha dedicato l'intera vita e tutte le sue energie. Anche quando si dice la scuola è una istituzione bisogna intendersi. Le istituzioni non sono, non devono essere, quelle entità fredde e distanti, giuridiche e burocratiche che molti oggi percepiscono. Le istituzioni sono comunità fatte certo di palazzi e di norme, di carte e di regolamenti, ma sono prima di tutto e sopra tutto comunità di esseri umani. Uomini e donne che pensano, che soffrono, che sperano, che gioiscono, in una parola che vivono. Ora la chiusura, la sospensione di tutto questo provoca in noi, in ciascuno di noi una sensazione di sgomento e di smarrimento, di precarietà e di mancanza, di vuoto che non si può in alcun modo colmare. La scuola occupa tempo e noi esseri umani siamo fatti di tempo. E il tempo è prendersi cura. Cura di noi stessi e degli altri soprattutto se questi 'altri' sono i nostri figli. Non riempire più quel tempo significherebbe non poter più prendersi cura ecco perché noi, anche se a distanza,continuiamo a farlo. Si avvicina la Pasqua,posso esprimere solo una parola di conforto e di speranza per tutti. Ed è questa parola che voglio inviarvi nella certezza che questo mio sentimento abbia un unico effetto: accomunarci tutti in un unico sodalizio, stringerci idealmente (ci dicono che solo idealmente possiamo farlo), ma il sentimento è tutto nell'essere umano. Il sentimento, e il comun sentimento ancor più, è come quel filo d'erba che a dispetto di ogni forza fisica spunta al di fuori dell'asfalto. E' a quel filo d'erba che dobbiamo aggrapparci. Nella certezza che presto potremo togliere quell'avverbio e abbracciarci davvero continuando il nostro lavoro che è anche la nostra passione e la nostra vita.

Buona Pasqua a tutti

Il Dirigente scolastico Antonietta Nusco



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